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Questa patologia rientra nei disturbi dell’orgasmo maschile ed è caratterizzata da un marcato ritardo o dall’incapacità di raggiungere l’eiaculazione. In partiolare il disagio evidenziato dall’uomo è la difficoltà o incapacità di eiaculare nonostante una stimolazione sessuale e un desiderio di eiaculare adeguati. L’uomo e la/il partner possono riferire tentativi prolungati di raggiungere l’orgasmo fino ad accusare dolore ai genitali e sospendere così ogni tentativo. Alcuni uomini possono tendere ad evitare l’attività sessuale a causa di una difficoltà costante ad eiaculare.
In base all’insorgenza e alla manifestazione del disturbo, distinguiamo una eiaculazione ritardata:
permanente che si riferisce a un problema sessuale che è stato presente sin dalle prime esperienze sessuali;
acquisita che si sviluppa dopo un periodo caratterizzato dall’assenza di problematiche sessuali;
generalizzata che si riferisce a difficoltà sessuali che non sono limitate a determinati tipi di stimolazione, situazioni o partner;
situazionale quando l’eiaculazione ritardata si verifica in base all’ambiente, al partner e in una specifica situazione.
La gravità di questo disturbo varia: si va da un’inibizione involontaria dell’eiaculazione del tutto occasionale, che si supera con il semplice impiego della fantasia e/o stimolazione aggiuntiva ma si può giungere fino ad un’inibizione grave in cui il paziente nel corso di tutta la sua vita non ha mai sperimentato un orgasmo.
Nella forma più lieve di questo disturbo il sintomo compare solo in situazioni ansiogene mentre il soggetto è in grado di eiaculare quando si sente tranquillo.
In situazioni più gravi l’uomo riferisce di non riuscire ad eiaculare durante il coito; in questi casi, tuttavia, l’uomo può riuscire ad eiaculare tramite la stimolazione manuale od orale da parte della partner.
Altre volte il riflesso eiaculatorio viene inibito anche al solo contatto da parte della compagna. Sempre grave è la situazione in cui l’uomo deve allontanarsi poiché non riesce ad eiaculare in presenza della donna ma riesce a farlo solo in solitudine.
Il quadro più serio, ma anche il più raro, è caratterizzato dal caso in cui il paziente non ha mai provato un orgasmo in tutta la sua vita neppure da solo.
Molte condizioni organiche possono essere causa di ritardo eiaculatorio. La forma severa di eiaculazione ritardata è correlata, in genere, a malattie di origine neurologica (es. sclerosi multipla) o malattie endocrine (es. diabete mellito e ipotiroidismo); anche la somministrazione di farmaci neurolettici, oppiacei, antiipertensivi, antidepressivi possono creare questo tipo di problemi. Inoltre qualsiasi danno all’innervazione simpatica o somatica della zona genitale può potenzialmente causare problemi alla funzione eiaculatoria e orgasmica.
Una volta escluse cause di natura organica, possono essere prese in considerazione le ipotesi eziopatogenetiche di tipo psicologico. L’ansia da prestazione senza dubbio può influire negativamente durante l’atto sessuale ed essere anche responsabile del ritardo eiaculatorio. In questi casi l’uomo si appresta al rapporto sessuale con la paura di non essere all’altezza e di non riuscire a soddisfare la partner. L’uomo si preoccupa dell’eiaculazione e ciò influisce sull’eccitamento, se l’eccitamento viene meno progressivamente l’orgasmo viene ritardato.
Per alcuni uomini l’eiaculazione corrisponde ad un momento ansioso non tanto per l’atto in sé, piuttosto per l’impossibilità di controllare il corpo e le proprie sensazioni. Per altri ancora, il ritardo eiaculatorio riflette un atto egoistico in cui l’eiaculazione viene inconsapevolmente posticipata allo scopo di mantenere il ferreo controllo delle proprie azioni.
Può capitare che il disturbo dell’orgasmo compaia, in taluni casi, nel momento in cui la coppia decida di avere rapporti sessuali mirati al concepimento. La spiegazione di tali difficoltà può essere trovata sia nell’ansia da prestazione (il dover eiaculare in vagina) sia nella paura delle responsabilità derivanti dal divenire genitori.
I maschi affetti da eiaculazione ritardata riferiscono di provare alti livelli di di stress personale e relazionale, scarsa soddisfazione sessuale, notevoli livelli di ansia prima dei rapporti sessuali e frequenza maggiore di problematiche di salute generale rispetto alla popolazione sana di riferimento. Inoltre riferiscono una frequenza minore di rapporti sessuali penetrativi rispetto alla controparte di maschi senza eiaculazione ritardata. Quando l’eiaculazione ritardata diviene un fenomeno frequente ed ordinario tale condizione potrebbe provocare seri ostacoli nella relazione di coppia, soprattutto all’interno della sfera sessuale. La partner dell’eiaculatore ritardato sperimenta spesso una condizione di frustrazione e insoddisfazione all’interno del rapporto. Questo perché potrebbe interpretare il problema del compagno come un rifiuto personale e sentirsi per questo anche meno attraente e incapace di soddisfare sessualmente il proprio partner.
Le terapie volte ad affrontare l’eiaculazione ritardata sono principalmente:
Terapia farmacologica: si basa sulla somministrazione di farmaci di tipo simpatico-mimetici, in grado di stimolare i centri nervosi eccitatori, responsabili dell’orgasmo. Purtroppo però sono poche le evidenze in letteratura che dimostrano l’efficacia della terapia medica nella gestione della eiaculazione ritardata. Qualche vantaggio pare derivare dall’uso della Cabergolina e del Buprioprione.
Psicoeducazione: conoscenza dell’anatomia sessuale e del ciclo di risposta sessuale, miglioramento della consapevolezza del proprio corpo, comprensione dei fattori fisiologici e psicologici coinvolti nel rapporto sessuale, esame delle credenze e dei miti comuni inerenti il sesso, ecc.;
Terapia sessuologica: dovrebbe coinvolgere entrambi i partner e si attuano trattamenti mirati a ridurre l’ansia da prestazione e aumentare le fonti di stimolazione fisica con graduale approssimazione all’eiaculazione in vagina. In pratica attraverso tecniche rieducative quali la focalizzazione sensoriale e la desensibilizzazione, si insegna alla coppia ad approcciarsi alla sessualità in modo graduale. Spostando inizialmente l’attenzione dal coito, partendo da una stimolazione corporea generale, che non comprende la stimolazione genitale. In una fase successiva la coppia apprenderà la stimolazione genitale fino all’orgasmo e all’eiaculazione vicino all’introito vaginale. Per poi arrivare alla fase finale in cui il partner stimola il maschio a raggiungere il plateau, e nel momento in cui subentra la fase di emissione, la coppia è invitata a concludere l’atto con il rapporto penetrativo.
Talvolta si rende necessario lavorare anche sulle resistenze del partner che arriva a sentirsi “usato” per la risoluzione del sintomo sessuale.
In questi casi una efficace terapia di coppia, che faccia emergere i vissuti negativi permette al partner di superare le resistenze alla terapia e consente alla coppia di poter lavorare in equilibrio per il raggiungimento di una piena soddisfazione sessuale.
Sebbene l’eiaculazione ritardata rappresenti un sintomo sessuale invalidante, sia per l’individuo che per la coppia, ad oggi esso rappresenta probabilmente il disturbo dell’orgasmo maschile meno diagnosticato e meno studiato nel campo della sessuologia.
Poiché l’eiaculazione ritardata è solitamente sotto-diagnosticata, lo specialista dovrebbe porre particolare attenzione alla capacità orgasmica/eiaculatoria quando si trova di fronte un paziente che presenta squilibri ormonali, danni neurologici, problematiche psichiatriche. Allo stesso modo se si sospetta una problematica di infertilità dovuta ad una eiaculazione ritardata si dovrebbe inviare il paziente ad un medico-consulente in sessuologia in modo da poter ripristinare la funzione sessuale, fondamentale per il concepimento ma anche per il raggiungimento di una serena soddisfazione sessuale di coppia.


Testimonianze